Coltivando ‘Annabelle’
Quando mi accorsi di ‘Annabelle’, fu subito amore. Allora, non ne conoscevo nemmeno il nome.
Accadde in Franciacorta, passeggiando lungo i sentieri di un rigoglioso giardino di proprietà del Relais presso cui soggiornavo.
Fui attratta da una distesa di palloncini bianchi, sostenuti da uno stelo tanto esile quanto forte e combattivo che il vento di quella mattina fletteva ma non spezzava. All’improvviso, tutto, attorno ad essi, perse importanza.
Catturata da cotanta bellezza, mi avvicinai incuriosita. Osservai compiaciuta le loro soavi infiorescenze: tanti piccoli fiorellini bianchi raggruppati globosamente, creavano un capolavoro di incanto e poesia.
Un giardiniere, poco più in là, sforbiciando sapientemente, modellava la siepe di ligustro. Mi diressi verso di lui decisa a saperne di più sulla strana ortensia che aveva appena rapito il mio cuore. Con l’espressione ancora densa di stupore e dopo aver pronunciato un sonoro “buongiorno”, chiesi il nome della pianta produttrice di palloncini. Egli, quasi senza distogliere lo sguardo dall’opera che stava portando a compimento, mi rispose:_”Annabelle”.
In quell’istante decisi che non avrei mai più vissuto senza ‘Annabelle’. La volevo vicina a me, per poterla ammirare in ogni altra bella stagione della mia vita.
Rientrai dalla vacanza pazza di gioia per la mia scoperta. Varcai la soglia di casa e dopo pochi attimi iniziai una concitata ricerca sulle caratteristiche di ‘Annabelle’ e sulle sue esigenze. Volevo ospitarla al meglio, volevo che nel mio giardino si sentisse a suo agio, che crescesse forte e sana al mio fianco per tanti e tanti anni.
‘Annabelle’ arrivò ad ottobre, dalla Provenza. Viaggiò assieme a piante di rose e bulbi di tulipani. Le riservai un posto d’onore: i due lati esterni della serra, laddove, due alberi giganti di ‘Liquidambar’, l’avrebbero ombreggiata nelle ore più assolate.
Scavai buche che riempii con un miscuglio composto da terra di campo, terra acida, un pizzico di sabbia e qualche granellino di stallatico. Interrai le piantine, innaffiai ed attesi la primavera.
Arrivò aprile, ‘Annabelle’ cresceva a vista d’occhio. Le gemme si aprivano dando vita a foglie sane e vigorose. Gli steli si allungavano fieri ed esuberanti, quasi fossero i guardiani indiscussi della serra. Iniziarono a formarsi le prime infiorescenze.
A maggio ‘Annabelle’ era più bella che mai, ancor più che nei miei ricordi. Possedeva un fascino ineguagliabile. Nel giardino davanti casa, era lei la più avvenente, la più applaudita. La prima attrice dello spettacolo.
Oggi ‘Annabelle’ è ancora accanto a me. I suoi palloncini bianchi animano il mio giardino ed io contemplo tanta magnificenza.
La mia anima è in festa!
Per saperne di più:
HYDRANGEA ARBORESCENS ‘ANNABELLE’
CENNI STORICI:
Nel 1910, Harriet Kirkpatrick, in un giorno di inizio estate, passeggiava in sella al suo cavallo tra i boschi dell’Illinois (USA). Assieme a lei, la sorella Amy. Notarono questo magnifico arbusto e decisero di trapiantarlo nel giardino di casa ad Anna, un piccolo villaggio a sud del paese. Fu un successo: la pianta si propagò velocemente nell’intera cittadina. Alcuni anni dopo, JC McDaniel, noto vivaista e docente di orticoltura, la scoprì all’interno di un giardino e nel 1962 la introdusse in commercio dandole il nome di Anna e Belle.
CARATTERISTICHE:
Arbusto acidofilo a portamento eretto ma sciolto. E’ molto rustico: non patisce il gelo. Il fogliame è sottile, ovale, a margine seghettato. Produce infiorescenze di colore verde,a maggio, appena iniziano a sbocciare, poi in piena fioritura, a giugno, diventano di un bianco puro ed infine, a luglio e ad agosto, appassendo, virano ad un verde leggero ma di ottimo effetto visivo. Il fiore è ideale ad essere reciso e conserva tutto il suo fascino anche essiccato.
CONSIGLI DI COLTIVAZIONE:
Si può mettere a dimora tutto l’anno prestando attenzione all’irrigazione nei mesi più caldi. Non è molto esigente in fatto di terreno ed esposizione: si adatta abbastanza bene anche a terreni più pesanti e quindi più asciutti e ad esposizioni più assolate anche se la posizione prediletta rimane la mezz’ombra. Terriccio preferibilmente acido ma tollera anche situazioni più neutre. La buca d’impianto dev’essere profonda almeno il doppio del vaso di partenza. Fertilizzazioni medie: ad inizio stagione con concime granulare per acidofile, durante la fioritura con concime liquido, durante il periodo di riposo con concime organico a lenta cessione.
POTATURA:
Si effettua alla fine dell’inverno. La fioritura avviene sui rami dell’anno per cui la potatura è molto semplice. Se la potatura oltrepassa la metà dell’altezza, si otterranno scapi floreali più grandi ma poco abbondanti, al contrario, se la pianta viene potata poco, si avrà una moltitudine di infiorescenze ma più piccole di diametro.